Viaggiare durante la pandemia Covid-19: 6 cose da sapere

29 December 2020

Quando potremo tornare a viaggiare?


Il Covid-19 ha paralizzato il Mondo e viaggiare durante la pandemia ancora non è realizzabile. Le regole di viaggio sono ferme, molti paesi mantengono chiuse le frontiere, altre nazioni richiedono rigorosi criteri per poter superare i loro confini.
Sono mesi che il nostro animo di viaggiatori si scuote come un ring a suon di colpi e ganci, tra prudenza e audacia: da un lato la nostra preoccupazione, che ci porta a viaggiare da casa, a rinunciare e a modificare programmi di viaggio; dall’altra, il nostro desiderio di tornare a vedere il Mondo, che ci fa sospirare guardando l’atlante ma anche ridimensionare un’avventura apprezzandola vicino a casa.
Per tornare a viaggiare durante la pandemia, noi amanti del Mondo dobbiamo fare la nostra parte. E possiamo iniziare imparando cosa significa essere dei viaggiatori responsabili e consapevoli perché questa pandemia è una lotta corale, non individuale.


Viaggiare durante la pandemia: come essere un viaggiatore responsabile e consapevole?


Ecco 6 spunti di riflessione per capire come essere un viaggiatore responsabile e consapevole durante la pandemia:


1) Partire in salute: fare un tampone prima di muoversi


Spostarsi da un paese all’altro richiede molti più preparativi rispetto a prima della pandemia. Fino allo scorso anno, bastava un bagaglio mano, un’assicurazione sanitaria, un passaporto e recarsi in aeroporto con la classica Lonely Planet in mano.
Oggi, per viaggiare durante la pandemia, oltre al bagaglio, al passaporto e alla guida in mano, servono almeno un’assicurazione specifica e un tampone negativo effettuato minimo 72h prima della partenza.

In Italia, il tampone può essere richiesto in strutture sia pubbliche sia private. Negli ospedali pubblici il tampone è a carico del Sistema Sanitario Nazionale, mentre nei centri privati è a carico dell’utente. Il prezzo varia dai 30 ai 120 euro. Per tutte le informazioni sanitarie sul Covid-19 il mio consiglio è di visionare esclusivamente il sito internet del Ministero della Salute.  

I risultati del test e l’assicurazione sono da mostrare in aeroporto e ai controlli doganali per poter entrare in un paese straniero dove, spesso, è richiesto di svolgere un ulteriore test, sempre a carico del viaggiatore.

È una scocciatura? Già.
Dovremo sopportare la fatica di una più complessa organizzazione pre-viaggio, dovremo tollerare la preoccupazione dei risultati last-minute ed essere disposti a spendere un prezzo necessario.
Vogliamo essere un rischio per noi o per gli altri? No. E forse questa è la prima cosa da tenere presente per essere dei viaggiatori durante una pandemia.


2) Non sentirsi “intrappolati”: seguire i regolamenti vigenti nei paesi di ingresso


Quando organizziamo un viaggio è naturale informarci sulla destinazione, ma la guida turistica non è più sufficiente. Ora è necessario conoscere ed essere aggiornati in tempo reale sul regolamento vigente in campo sanitario di ogni paese, che si modifica in modo imprevedibile. A volte i confini sono chiusi, è richiesta una quarantena, bisogna scaricare applicazioni per il monitoraggio della salute o ripetere il tampone nel corso del viaggio.

È naturale che, di fronte a queste normative, siamo spinti a rinunciare a viaggiare, almeno temporaneamente. Eppure, se ci soffermiamo a riflettere, queste regole sono necessarie per comprendere la gravità della situazione e per capire come muoverci nel modo più sicuro possibile.

Data l’estrema variabilità, ti invito a consultare il sito del Ministero della Salute. Nella sezione “viaggiatori” sono presenti in costante aggiornamento le normative per l’ingresso e l’uscita dall’Italia in relazione ai paesi del Mondo.
Un altro sito indispensabile per conoscere le normative è quello della FarnesinaViaggiare sicuri“, in cui è possibile sia trovare le schede dettagliate dei paesi stranieri sia iscriversi alla sezione “Dove siamo nel Mondo” per segnalare la nostra partenza.
Se stai per viaggiare, ti consiglio anche di contattare l’ambasciata del paese di riferimento per avere la conferma delle normative e del visto necessario per l’ingresso.

È una scocciatura? Tantissimo.
Siamo in continua “attesa” e gestire questa frustrazione è snervante. Tuttavia, seguire queste regole non è una punizione. Seguire le regole è un modo sia per allenarci ad autoregolarci emotivamente sia per imparare a modificare i nostri progetti per renderli serenamente realizzabili – e non un’impresa da far avverare ostinatamente.

 

3) Lontani e vicini: rispettare il distanziamento sociale


Una volta che siamo partiti siamo viaggiatori responsabili? No.
La nostra consapevolezza è data anche dal nostro modo in cui ci comportiamo una volta a destinazione.
Se il tampone ci serve per sentirci più sereni, il distanziamento sociale è un modo per rispettare i timori degli altri – oltre che i nostri -, e questo dobbiamo tenerlo presente se vogliamo viaggiare durante la pandemia.

È importante ricordarci di mantenere 1-2 metri di distanza tra noi e un’altra persona, che corrisponde a circa 2-3 passi, se siamo in aeroporto, sui mezzi pubblici, negli hotel, in negozio o per strada. Nei luoghi chiusi, e dove è necessario pazientare in code, esiste solitamente una segnaletica a terra che facilita il nostro comportamento.

È faticoso? Tanto.
In un viaggio, gli incontri e la vicinanza alle persone locali arricchiscono le nostre esperienze, ma l’isolamento e la solitudine sperimentati durante il lockdown ci hanno fatto vivere la preoccupazione intensa di avvicinarci.

Se ci pensiamo, seguire la regola della distanza sociale con un estraneo è un modo per rispondere insieme e consapevolmente al pericolo perché ognuno fa la sua parte e lo facciamo insieme, con complicità.


 

 

4) Buone pratiche: restiamo “igienizzati”


Senza sentirci affetti da un “disturbo ossessivo-compulsivo”, ricordiamoci che le buone pratiche di pulizia erano già inserite nella nostra quotidianità, semplicemente adesso richiedono una maggiore attenzione.

Ad esempio, quando entriamo nei locali è sempre presente un dispenser con gel igienizzante da passare sulle mani, i piani di lavoro vengono puliti più volte al giorno e la mascherina e sempre indossata.

Ricordiamoci, quando decidiamo di viaggiare durante la pandemia, di portare con noi boccette di gel da usare quando lo sentiamo necessario, di lavarci le mani nei bagni con sapone e di riempire la borsa di mascherine da cambiare frequentemente. In aereo, ad esempio, è richiesto di cambiare la mascherina ogni quattro ore di volo e di buttare quella utilizzata.

È complicato? No, dai.
Essere un viaggiatore responsabile e consapevole durante la pandemia significa anche imparare a tutelarci con ciò che abbiamo a disposizione in prima persona e gel-sapone-mascherina sono le nostre principali protezioni.


5) E tu come stai? Rispettare il mondo emotivo degli altri


Viaggiare durante la pandemia ed essere un viaggiatore responsabile non significa solo considerare la salute, nostra e degli altri, ma anche mantenere il nostro lato umano.
Siamo stati tutti in isolamento, abbiamo tutti affrontato disagi lavorativi, abbiamo provato sofferenza per persone care e conosciamo la numerosità di lutti che ogni giorno aggravano questa pandemia.

Quando siamo a contatto con le persone ricordiamoci di ascoltare le nostre reazioni e di rispettare quelle degli altri, in modo educato, compassionevole e comprensivo. Ovunque ci rechiamo, in Italia o all’estero, incontreremo persone che hanno sofferto e lottato come noi. Non possiamo sapere quali siano state le sue perdite, le sue battaglie e i suoi vissuti. Siamo esseri umani e la nostra vulnerabilità deve essere tutelata da noi riconoscendola anche negli altri.


6) E il vaccino salverà i viaggi?


Sono iniziate le prime somministrazioni del vaccino nel Mondo.
In campo dei viaggi, si inizia a diffondere la necessità di un “passaporto sanitario” da mostrare alle autorità e alle compagnie aeree per certificare l’avvenuta somministrazione. Ad esempio, la compagnia aerea australiana Quantas è sostenitrice del “no vaccino no volo”. Non c’è ancora una risposta e una direzione univoca da seguire, l’unica cosa certa è che, nei prossimi mesi, la nostra pazienza e tolleranza alla frustrazione saranno ancora essenziali.

Ma esiste solo il Covid-19? No.
Quando viaggiamo in paesi stranieri, ricordiamoci di tutelarci anche per altre diffuse e sempre presenti malattie che, in quest’ultimo anno, sono andate in secondo piano. Ad esempio, la malaria, la Dengue o le epatiti A e C, malattie che necessitano di un vaccino o di un richiamo per aumentare le nostre difese dell’organismo.
Non sono un medico, quindi ci tengo a consigliarti di recarti, prima di partire, ad un centro di malattie tropicali per poterti informare e sapere come partire serenamente.

 

Torneremo presto a viaggiare… e noi saremo pronti!

 

 

Leave a Reply

Comment

Follow @travelpsych

Join TravelPsych